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SCRITTORE E VIAGGIATORE

STORIA DI UN GUZZISTA: ROBERTO POLLERI. “L’EREDITA’ DI NONNO CARLO”

Roberto Polleri sulla sua Moto Guzzi Stelvio durante un viaggio in Sardegna. Otre 30 anni di passione per l’Aquila di Mandello.

Maggio 2022 - Lui è un esperto operatore di cooperativa sociale a Genova, educatore professionale, brillante laureato in Pedagogia, autore di pubblicazioni specializzate. Ma è anche un super Guzzista, con all’attivo numerosi libri pubblicati dedicati alla vita da motociclista e alla passione per l’Aquila di Mandello; collabora con le riviste “Mototurismo” e “Bicilindrica ed altre testate giornalistiche; nonché blogger, tester, fondatore del Moto Guzzi Club Genova e grande viaggiatore in moto. Questa è solo la sintesi del ricco curriculum di Robero Polleri, classe 1967. E ai lettori qui racconta l’origine della sua passione per le due ruote – originata da nonno Carlo - e il “colpo di fulmine” per le Moto Guzzi.

Roberto Polleri durante l’intervista per la community The Clan a Mandello, in occasione del raduno Moto Guzzi 2019.

Di Roberto Polleri: “E' il lontano 1981, io ho quattordici anni, i brufoli sul viso, un sacco di capelli, indosso un giubbotto con le borchie e ho una gran voglia di cambiare il mondo. In quell'anno, mio nonno Carlo, classe 1907, decide di compiere un gesto inconsulto e comprare un mezzo a due ruote per andare nella casa di campagna a circa cinquanta chilometri da dove viviamo. Peccato che lui non abbia mai avuto alcuna patente, sebbene negli anni Quaranta abbia posseduto ben tre moto: una MAS, una DKW e della terza non ricorda né marca né modello. La sua idea è quella di comperare un ciclomotore, che può guidare senza problemi e la sua “carriera motociclistica” riparte con brio (anche qui diciamo così...) con un Bravo Piaggio perfettamente originale.

Pubblicità anni ’80 dei ciclomotori Piaggio; a destra quella della Vespa 50 Special, un successo commerciale e culturale.

Un cavallo e mezzo di piacere a motore, poco forse, ma per lui il massimo. Si diverte talmente tanto con questo piccolo veicolo che, dopo qualche tempo, ne compra uno nuovo e poi passa ad un ciclomotore SI grigio metallizzato. Per me è l'epoca di ‘Chip's’ con Baker e Poncherello sulle strade californiane e l'andare in moto diventa un sogno lontanissimo. Eppure, il nonno un giorno mi dice la fatidica frase: ‘Vuoi provare a fare un giro con il mio motorino?’. Potete facilmente immaginare la risposta: metto in moto e parto. Il sogno diventa realtà. Mi sento davvero come Ponch sulla freeway, libero, fiero e felice. È davvero quello che desidero. In quell'anno, al termine delle scuole medie, il nonno si propone di aiutarmi a comprare un mezzo tutto mio, una Vespa 50 Special rosso fiammante.

Foto di Roberto Polleri.

È il 1982, e inizia la mia carriera a due ruote. Con la mia Vespa vado ovunque, come ad esempio al motoraduno di Alessandria, un viaggio interminabile da Genova, che ricordo ancora come meraviglioso... Poi arriverà la patente A foriera di un Cagiva Elefant 125 e il sogno di viaggi in posti lontani è sempre più forte: siamo nel 1984. La svolta Guzzista arriva però cinque anni dopo. Io sono alla ricerca di un mezzo che mi permetta di viaggiare, ma al contempo economico e semplice, in realtà non ho le idee chiare. Un bel giorno d'estate mio padre, che non ama le moto, dopo pranzo legge il giornale e mi sottopone un trafiletto: il comune di Genova vende le moto dei vigili urbani all'asta, sono visionabili presso la caserma dei pompieri... Lui sta forse scherzando ma io prendo la cosa molto sul serio. Decido allora di andare a vedere i mezzi esposti. Il giorno stesso. Entro nella zona deputata all'esposizione e vedo una specie di girone dantesco delle due ruote, che per contrappasso dopo aver viaggiato sull'asfalto ora sono sdraiate a terra o messe sottosopra come le biciclette a cui si cambia una gomma. Sono scoraggiato. Non ho capacità economiche né meccaniche per acquisire tre di queste e poi fare una sorta di moto Frankenstein, recuperando il meglio da ciascuna. E allora, malgrado il muso lungo, inizio a pensare su cosa fare. E se mi comprassi un V50 usato... Potrei viaggiare ed avere una moto semplice e agile..., penso tra me.

Foto di Roberto Polleri.

Inizia allora il pellegrinaggio tra un concessionario e l'altro, mille telefonate con i numeri recuperati sulle ‘Pagine Gialle’ alla ricerca del veicolo adatto, che in realtà è vicino a casa. Infatti, il concessionario locale, lo storico Fratelli Stagi di Genova, nella persona di Pierluigi, ha una moto V50 III del 1981, grigio metallizzato con cupolino e borse Guzzi, che fa per me. È perfetta. Affare fatto ed eccomi in sella a quella moto (…) che allora era il massimo della mia passione a due ruote. Ed ecco allora che iniziano i primi piccoli viaggi e i motoraduni.

Quello stesso anno vado per la prima volta a Mandello del Lario, all'incontro Guzzi organizzato dallo storico ‘Duilio Agostini’. Due giorni di raduno che mi fanno immergere nella più immensa passione per le Guzzi, gente da tutto il mondo, in visita alla fabbrica e al museo in un clima di entusiasmo contagioso. Lo ammetto quel giorno un nuovo amore ha pervaso il mio cuore e la mia mente ed ho coniato la frase: ‘Non avrò altra moto che non sia una Guzzi’. E così è stato.
La V50 lascia quindi il posto ad una SP II, comprata usata anch'essa che mi porta in giro per l'Europa insieme a mia moglie. Moto e tenda ci accompagnano un po' ovunque lungo il Vecchio Continente, tra posti magnifici ed incontri unici che capitano solo a chi viaggia in moto. Di tutti questi, ricordo sempre con piacere il viaggio in Irlanda, terra formidabile dalla cultura smisurata e dalla cordialità intrinseca che hanno fatto quasi dimenticare la pioggia quotidiana. Arrivano quindi gli anni Duemila e con loro la voglia di un mezzo nuovo. È il momento giusto. Con il cambio di millennio il mio box vede l'arrivo di una California EV nuova di zecca, blu ed azzurra, che attrae tanti sguardi. Con lei però, i nostri viaggi si fanno forzatamente più brevi per l'arrivo di due bimbetti, che cambiano un poco la nostra vita ma non spengono affatto la passione. Anzi.

Foto di Roberto Polleri: con la sua Stelvio davanti al “mitico” cancello rosso di Moto Guzzi a Mandello del Lario.

Arriviamo al 2010, sono all'EICMA di Milano e scatto una foto su di una Stelvio. Ho un sorriso strano, particolare. Mai visto prima. Forse è lo sguardo dell'amore. Ho deciso. La fuoristrada mi ha folgorato, con quel suo ‘sguardo da coleottero’ che mi incanta. La desidero. La voglio. Ed ecco che inizia di nuovo la ricerca. E la scelta cade su Mandello del Lario dove Alberto Agliati, titolare della storica concessionaria vicina alla fabbrica, mi consegna una NTX grigio titanio. Lei diventerà la protagonista di molti itinerari che appariranno sulle pagine della rivista ‘Mototurismo’, della quale sono collaboratore da lungo tempo.

Cover di Mototurismo, gennaio 2017 (fonte immagine: www.mototurismo.it), con protagonista Moto Guzzi Stelvio nel servizio dedicato alla Francia, con articolo di Roberto Polleri.
DX: cover di Bicilindrica – La Rivista dei Guzzisti, numero di aprile 2022, con Moto Guzzi V85 TT Guardia d’Onore. Nello stesso numero: articolo “Le Aquile del Sol Levante” sul Guzzista giapponese Takahiro Masumoto, autore è Roberto Polleri (fonte immagine: www.motoitaliane.it/prodotto/bicilindrica-la-rivista-dei-guzzisti/).

La Stelvio mi porta un po' ovunque, Italia in primis ma con qualche digressione in terra transalpina, dove guadagno addirittura una copertina nel gennaio del 2017, quando scrivo l'articolo ‘Le abbazie del sud della Francia’, e la linea della Guzzi appare davanti ad un grande murales in Provenza, con mia moglie Paola che controlla la cartina sulla borsa da serbatoio.

Foto di Roberto Polleri: durante uno dei suoi tanti viaggi in sella alla sua Moto Guzzi Stelvio.

Il connubio con la Stelvio finirà nel 2020... proprio per ‘colpa’ della rivista! È la primavera dell'anno prima e io sono il prescelto ad andare in Sardegna a testare per la stampa la nuova uscita di Mandello, la V85 TT. Vado e trascorro due giorni incredibili in sella a questa moto. Strada, fuoristrada, città e paesi nello splendido scenario isolano che rende tutto un po' speciale. Ritorno a casa con una decisione nel cuore ed un colore negli occhi: giallo Sahara. Ed ecco quindi che la Stelvio cede il posto alla sua erede che mi ha conquistato da subito.

Foto di Roberto Polleri: in sella alla Moto Guzzi V85 TT.

Anche con lei ho iniziato a realizzare servizi e a partecipare ad eventi per la rivista, sempre con grande soddisfazione. Io ammetto di aver provato molte moto di ogni marca, dalle più economiche alle più costose, dalle piccole e leggere alle grandi tourer internazionali, marche europee e di altri continenti e trovo ogni mezzo interessante e con caratteristiche specifiche. Eppure, nonostante le tante prove, i viaggi e le esperienze in sella ad altre case, solo una Moto Guzzi mi trasmette qualcosa di ineffabile, di unico ed ogni volta differente (…): ha un carattere e uno stile totalmente differente da tutte le altre. È per questo che io la amo e, ringrazio il nonno Carlo per avermi trasmesso questa infinita passione!”.