Che sia un vero Guzzista lo si capisce al primo sguardo dai dettagli: t-shirt con il marchio dell’aquila, così come il portachiavi della sua Moto Guzzi 1000S. Poi racconta il suo stile di guida, per godersi ogni viaggio in sicurezza. Una “filosofia”, quella di Jordan Grant (che vive negli States), motociclista di lungo corso, assolutamente condivisibile.
Eccolo in questa video intervista (realizzata da Tracey Kroll).
Moto Guzzi Respect“Sono irlandese ma amo le moto italiane, soprattutto le Moto Guzzi. La prima moto che guidai era di un amico, e ho preso la prima curva troppo larga: attraversai la riga gialla verso il cordolo; beh, non ho fatto crash ma di sicuro mi sono preso uno spavento. E, da quel momento, ho sempre avuto un grande rispetto per la moto, e questo è essenziale (ma il mio amico non mi ha lasciato mai più guidare la sua moto). Quando corri su una strada che non hai mai percorso, è come se fossi alle prese con uno strumento musicale. C’è chi lo sa suonare bene, chi meno: ma se sai prendere la strada nuova in modo del tutto tranquillo e rilassato, allora ti diverti; ma questo lo capisci solo con l’esperienza.
Ho sempre pensato che sulle moto non servono più di due cilindri, tutte le mie moto hanno solo due cilindri (sarà per questo che Jordan preferisce le Moto Guzzi, celebri nel mondo per il motore bicilindrico a V di 90 gradi, ndr). La tonalità dello scarico sulle bicilindriche è decisamente migliore rispetto, per esempio, alle moto giapponesi. Esco spesso per fare un giro in moto, anche senza un motivo particolare. E’ bello girare la domenica mattina, quando c’è poco traffico e le strade sono più libere; oppure in un pomeriggio di sole quando esco dal lavoro, verso il tramonto, anche questo è un bel momento. Faccio un giro di mezz’ora, a zonzo sul lungomare, per prendere un po’ di fresco.
Venti, venticinque anni fa si pensava meno ai pericoli della strada. Oggi non vai a fare il matto perché sei diventato più giudizioso nel corso degli anni, e perché vuoi essere ancora in sella quando avrai 75 anni. Come lo sarò io!”.